Palazzo Citterio

La volontà di evitare ogni manomissione, scasso o aggressione alle murature, finiture ed elementi edilizi presenti nel complesso (qualsiasi sia l’età della loro formazione) ha spinto a raggruppare e distribuire le varie reti (trattamento dell’aria, riscaldamento a pavimento, dorsali elettriche e dati) in modo tale che le opere necessarie al loro allestimento investano quasi esclusivamente il pacchetto dei solai, tutti metallici e in calcestruzzo di nuova formazione e che, comunque,  richiede interventi generalizzati di sistemazione. Si è così affidato alle fasce perimetrali della pavimentazione in battuto a semina marmorea, che già nella tradizione assolveva al duplice compito di regolarizzare la geometria del campo centrale e rompere la monotonia delle superfici, arricchendo la qualità formale dei pavimenti, un'altra funzione: quello di ospitare la distribuzione degli impianti.

Il tema degli spazi esterni è stato affrontato tenendo conto della sistemazione storica del giardino. Il verde “sana” le ferita inferta all’edificio dall’abbattimento della cosiddetta “manica lunga”, dalla scomparsa delle serre ed altri elementi caratterizzanti lo spazio esterno del Palazzo, ricomposto nella primitiva assialità dell’impianto, nella sua configurazione plano-altimetrica e originario andamento ascendente, che consentiva l’accesso al giardino romantico.


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