Cominciamo subito dai balconi abusivi
Caro direttore,
interessante e coraggioso l’editoriale di domenica («Cercate un’idea? C’è Forcella») sulla gestione dei fondi europei. Occorre una grande idea per far sì che questo ennesimo fiume di denaro non si disperda, come tante volete nel passato, in mille rivoli capaci di produrre solo tanti piccoli pantani. Partire da interventi mirati, come quelli per Forcella potrebbe divenire l’elemento su cui fondare la rinascita di un orgoglio partenopeo che oramai non sente più nessuno. I napoletni sono delusi, disincantati, stanchi di una classe politica che arriva a dire che le canzoni di Mario Merla, che narrano tra l’altro dei principi camorristici di Forcella, sono espressione della cultura del nostro popolo. Serve allora un gesto simbolico forte capace di far comprendere che si vuole invertire la tendenza al declino: perché non liberare il quartiere da tutti gli abusi che affastellano le facciate ed i tetti di quei palazzi?Sopraelevazioni, balconi abusivi, tende a padiglione di tutti i colori, infissi in alluminio dorato, bassi adibiti ad abitazione, sono l’emblema di uno stato che abdicato alla camorra ogni tipo di controllo.
Un’azione del genere, da estendere poi a tutto il centro storico darebbe il senso preciso della volontà, da parte della collettività, di riappropriarsi della città e della sua immagine. Ma forse si potrebbe fare di più: perché non liberare il centro storico, con attente azioni mirate, dei tanti palazzi abusivi costruiti del diciannovesimo secolo e forse anche prima? Anche allora esisteva una camorra che edificava bieca speculazione! Eliminarne oggi gli edifici più rappresentativi, a distanza di tanti anni, rappresenterebbe un’azione forte, espressione di un ritrovato senso di collettività.
Inoltre ciò consentirebbe di realizzare quelle piazze, quelle viabilità e quei giardini che tanto mancano al centro storico. Tutto questo si potrebbe realizzare con i fondi europei e con concorsi internazionali di architettura, evitando di ricorrere al sistema dei incarichi diretti, realizzati attraverso finte consulenze, tanto cari al sistema di potere espressione della vecchia politica e della defunta università. Ma la classe politica, che è stata capace di esaltare la guapperia, ci ha purtroppo dotato di un piano regolatore che blocca completamente il recupero del centro storico, impedendo aprioristicamente qualsiasi demolizione per gli edifici costruiti prima del 1943, quindi anche quella dei palazzi della vecchia camorra. Per poter utilizzare con intelligenza il flusso di denaro che sta giungendo è per questo necessario che i cittadini si riapproprino del controllo del territorio e delle sue regole.